Chiesa cinquecentesca della Madonna della Neve

Ad est di Castiglione in Teverina, sulle pendici della collina su cui sorge il paese, lungo una traversa della strada che si dirige verso Baschi, si incontra una chiesa caratterizzata da una semplice facciata arricchita da un portale in marmo (che reca la data Anno Domini. 1507), sormontato da maioliche dipinte a mano, applicate nel 1958 in ricordo dell’anno mariano, che riprendono l’immagine della Madonna della Neve, affresco quattrocentesco custodito all’interno.
La chiesa sorge nel luogo dove in passato si trovava una muraglia che delimitava il podere Lolle, soprail cui portone di accesso era posta un’immagine della Madonna con Bambino, detta per l’appunto Madonna delle Lolle. Secondo la tradizione, alla fine del quindicesimo secolo molte persone avrebbero ricevuto consistenti grazie invocando l’immagine, ed in seguito a ciò, per iniziativa della popolazione di Castiglione si decise di edificare una chiesa dove custodire e venerare la miracolosa immagine.
Nel 1501, previa espressa autorizzazione richiesta direttamente a papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) scavalcando le prerogative del vescovo diocesano, fu iniziata la costruzione della chiesa, conclusasi nel 1509, su un terreno messo a disposizione dalla locale confraternita del Corpo di Cristo.
Nella nuova chiesa l’immagine taumaturgica continuò ad essere venerata sotto il titolo di S. Maria della Neve, già in uso almeno dal 1550, titolo derivatole dal fatto di trovarsi lungo un importante percorso tiberino del pellegrinaggio romeo avente come proprio precipuo luogo di arrivo il santuario di S. Maria Maggiore a Roma.
Questa sua peculiare caratteristica è ampiamente documentata dai numerosi affreschi che ornano le pareti della chiesa, dove è reiterata l’immagine della Vergine in trono affiancata da vari santi protettori del “cammino”: San Rocco, San Sebastiano, San Giobbe, San Lazzaro, San Cristoforo.
La potenza protettrice della Vergine di Castiglione fu in alcuni casi fortemente travisata.
In una visita pastorale del 1599 il vescovo diocesano Monsignor Carlo Trotti venne a conoscenza di una inquietante consuetudine: di fronte all’altare dedicato alla Madonna Assunta e ai dodici apostoli venivano accese dodici candele per invocare sventure sui propri nemici e, affinché il maleficio riuscisse, si girava ritualmente per tre volte intorno alla chiesa.
ordinò quindi di rimuovere dal muro i rampini e vietò la pratica, sotto la minaccia della fustigazione per le donne e di tre tratti di corda per gli uomini.

La Madonna della Neve di Castiglione è festeggiata ogni 5 di Agosto: era antica usanza offrire un ricco pranzo ai sacerdoti e ai notabili del paese, pagato con le offerte raccolte tra la popolazione; in tale data si correva anche un palio.
Nel 1699 il vescovo diocesano, per evitare i frequenti eccessi che turbavano la festa, ordinò la soppressione dell’offerta del pranzo e un drastico ridimensionamento dei giochi.
Sullo scorcio del XVIII secolo il culto conobbe una notevole flessione, al punto che nel 1855, in seguito ad una grave pestilenza, il Consiglio Comunale decretò che le sepolture avvenissero nella chiesa di S. Maria della Neve in luogo della chiesa collegiata.

Nel 1855, in seguito ad una grave pestilenza, considerando la scarsa frequentazione della chiesa, il consiglio comunale deliberò di sospendere le sepolture nella chiesa parrocchiale della Collegiata, trasferendole nell’edificio della Madonna della Neve, a destra le donne ed i bambini e a sinistra gli uomini.
Con gli anni il culto si affievolisce ulteriormente, e la chiesa versa in stato di ulteriore degrado, a cui si cerca di porre rimedio con sporadici interventi: nel 1956 viene rifatto il tetto e gli archi trasversali di sostegno, nel 1964 il portone ligneo.
Nel 1976, a causa dei lavori sulla linea ferroviaria Roma-Firenze, una cui galleria passa a pochi metri dall’edificio, la chiesa viene chiusa al pubblico e vengono effettuati alcuni lavori di consolidamento delle strutture e di prevenzione per i danni degli affreschi. Nel corso degli interventi scomparve un affresco, situato sulla navata destra, nelle vicinanze della porta secondaria, e raffigurante un arcangelo con le ali colorate.

Il restauro vero e proprio venne autorizzato, dopo accurati sopralluoghi, dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici nel luglio 1993, ed ebbe inizio il mese successivo, coordinato dall’architetto castiglionese Maurizio Damiani e con la direzione tecnica del restauratore tedesco Peter Kubalek.
I lavori, terminati nell’ottobre dello stesso anno, hanno sicuramente portato un notevole contribuito alla salvaguardia dei dipinti, anche se non hanno potuto ovviamente recuperare quanto ormai era andato perduto e non costituiscono certo una soluzione definitiva a riguardo.
La chiesa resta purtroppo estranea agli itinerari turistici usualmente praticati, e risulta quindi difficile reperire le risorse necessarie al mantenimento di un adeguato livello di attenzione e di impegno continui necessari alla conservazione di un’interessantissima testimonianza storica ed artistica.