Fotoricordi – Come eravamo

Questa raccolta di vecchie fotografie restituisce uno spaccato della storia familiare e collettiva di Castiglione in Teverina, che va dalla fine dell’800 alla fine degli anni 50 del secolo scorso.
Alcune di queste immagini mostrano strade, piazze e luoghi scomparsi o modificati nel corso degli anni.  Altre sono foto di gruppi di persone che ci raccontano la vita sociale, del lavoro e delle feste, momenti di una vita collettiva che manteneva unita l’intera comunità. Per questo ogni famiglia ha conservato gelosamente le testimonianze di questi momenti e ora, con gesto generoso, molti acconsentono nel mostrarle.
Un piccolo teatro della memoria di un paesino dove apparentemente non vi è straccia del mondo, della grande storia, quella della nazione, le guerre, il mutare dei regimi. Eppure, a ben guardare, i segni della storia sono intuibili da tanti piccoli dettagli. Osservate ad esempio la foto dei reduci garibaldini che mostrano con fierezza le medaglie delle loro campagne, oppure la fotografia che ritrae dei ragazzi con la divisa da balilla. Magari senza le animosità che si sono manifestate altrove, ma anche qui il vento delle vicende politiche del paese s’è fatto sentire eccome. Altre foto ci fanno ritornare ad aneddoti della storia paesana non scritti. Una di queste è quella che ritrae il ritorno a casa di un reduce dalla guerra di Etiopia nel Natale del 1936. Il reduce cittadino rimase sorpreso da un accoglienza con banda, fotografo e autorità, che in realtà attendevano un’altra persona. Data la messinscena si può immaginare che tipo di personaggio fosse atteso nel 1936. Su un’ultima fotografia piace soffermarci, essa costituisce una sorte di sigillo dell’intero album: ritrae un gruppo di bambini del borgo seduti sugli scalini della chiesa di San Giovanni, che sorridono scomposti e disinvolti davanti al fotografo.
Se questa foto non fosse a colori ci apparirebbero diversi dai bambini di oggi e invece a guardarla bene sembra che nulla sia mutato, prevale una sensazione di fissità. Eppure il paese e le persone sono cambiate, nel borgo, ormai da anni, non vi crescono più i tanti bambini di una volta.
Nel borgo ormai è dato solo invecchiare e perché qualcuno vi è rimasto o perché qualcuno vi ritorna. È un paradosso, ma forse sono proprio loro, i vecchi, il segno che il borgo oggi ancora vive.
Clicca sulle miniature per ingrandire e commentare le foto.

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