CAFFE’ BAR ALFREDO (due)

di Francesco Chiucchiurlotto

Ma quella, non era proprio giornata per lui.Verso le 14,00 ecco che arriva Mimmo; lemme, lemme, campione di parsimonia, invece del caffè dopo pranzo, aveva preso l’abitudine di succhiarsi lentamente, ma proprio lentamente, una caramella al bar.
Arrivava verso quell’ora quasi tutti i giorni, ordinava la caramella scegliendo quasi sempre quelle da 5 lire e raramente quelle da 10 lire, più grosse, di marca, e con la carta da involucro che era quasi un dispiacere buttare; colorata e luccicante, che invitava già dall’aspetto alla delizia di sapori mai assaggiati.
Alfredo si era organizzato bene il bancone di castagno: chi vi stesse davanti trovava a sinistra la macchina imponente del caffè ed il macinino elettrico; sulla destra dal capo opposto, la macchina per fare il gelato; anche quello nei formati standart , da 10 lire, da 15 lire e da 20 lire nella coppetta con il cucchiaino di plastica colorata o nei coni di cialda fragrante che si impilavano verso il soffitto.

Sul davanti del bancone c’era la vetrinetta ricavata con una fila di finestrelle che erano anche contenitori di leccornie: i comparti con la liquirizia, a bastoncini grezza e bruna, raffinata nera, ed a pescetti da una lira; poi  quella a spago arrotolato a ruota; verso destra c’erano i coni di cialda e zucchero filato, simpatici succedanei del gelato che si leccavano d’inverno; in qualche comparto anche niente, a secondo della stagione e nelle ultime a destra luccicavano  biglie di vetro coloratissime.Dietro le sue spalle Alfredo aveva disposto le bottiglie di liquore contro la specchiera e su una mensola di vetro una fila di vasi di vetro pieni di caramelle, appunto da 5 e da 10 lire: c’era il vaso di quelle belle grandi con un solo giro nella carta d’involucro a cestino; c’erano quelle con due giri un po’ più piccole che si scartavano tirando gli estremi; quelle rettangolari alla frutta che si scartavano aprendo le piegoline a triangolo; quelle quadrate di sapore mou ed altri vasi con le mentine zuccherate sfuse, le mentine bianche sfuse.

Mimmo arrivava da Via Allegra passando per i tramezzi, qualche volta con lo stecchino tra le labbra, altre schioccando la lingua come a ripulirsi la bocca dopo un lauto pasto; entrato nel caffè si metteva dal lato del gelato che quasi sempre sgombro e senza fretta aspettava che Alfredo avesse finito di servire i clienti; intanto lui guardava i vasi di vetro pregustando l’acquisto e valutando il da farsi.

Anzi, mentre meditava le decisioni da prendere, non si curava affatto se qualcuno   entrato nel bar dopo di lui gli fosse passato avanti nell’attenzione di Alfredo.

Quella volta appena entrato senza stare troppo a guardare, anche perché non c’era nessuno accostato al bancone, ordina la sua solita caramella,:

“Dammela quadra Alfrè”

Ritenendo del tutto ovvio che si fosse trattato di una caramella.

Alfredo, che ancora era su di giri per la questione di Villesse, lo serve in modo meno cortese del solito; mette il quadratino sul piano del bancone e nel cassetto le dieci lire con la spiga, e poi fruzzica col macinino del caffè pensando ai casi suoi.

Mimmo scarta, ingoia e come suo solito si volge verso i tavoli da gioco per godersi una partita a briscola o tresette mentre assapora.

Capisce subito che anche se la morbidezza è la stessa, il sapore è diverso, anche se ugualmente gradevole; prova allora a masticare e dopo un po’ comincia a rendersi conto che c’è qualcosa che non va, la caramella non si consuma.

Si fa da parte, volge la faccia verso la porta d’ingresso, mastica ancora senza esito, poi estrae il malloppo segnato dalle impronte dei denti, scoprendolo assolutamente estraneo alle sue conoscenze in fatto di caramelle.

Va al bancone verso Alfredo e gli piazza sul piano di castagno la pallottina appiccicosa e rosastra dicendogli:

“Ma che è, sura???

Assimilando al sughero, la sura appunto, l’elemento   sconosciuto, Mimmo non si rendeva conto che oltre ad aver dato il secondo dispiacere della giornata ad Alfredo chiedendo indietro i soldi della caramella, aveva dato il benvenuto a Castiglione al primo chewing gum.

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