di Francesco Chiucchiurlotto
La fava è una verdura altamente nutriva e ricostituente, che svolge una azione drenante sull’apparato urinario; la fava contiene idrati di carbonio, proteine, sali minerali, vitamina B e C; inoltre cura le affezioni urinarie, la tosse, la dissenteria, il vomito e i calcoli renali.
Per quanto mi riguarda poi, non c’è niente di meglio di una merenda con fave fresche e pecorino ed ogni tanto gli tocca. Come, per esempio, è assolutamente inarrivabile il sapore delle fave colte in mezzo al campo, tolte dal baccelo e sbucciate del rivestimento bianco per essere gustate nel solo cuore verde, tenero e delizioso.
Ogni volta che ne mangio non posso fare a meno di sorridere al ricordo di una storiella che si raccontava a veglia quando ero bambino e che narrava le doti di prontezza ed arguzia di un semplice contadino, che come recita l’adagio, oltre alle scarpe grosse ha cervello fino: mi riferisco a Fernando Guazzarotto, che una trentina di anni fa era contadino dai Sensi ed abitava , come del resto abita tuttora, in Vicolo Stretto n°2, in pieno borgo.
Dunque Fernando andava a lavorare di mattina presto nella vigna dei Sensi e passava inevitabilmente davanti all’orto di Civilino, al secolo Aldo Funcello, altro personaggio tipico per il suo buon umore, la mira di cacciatore e non solo di uccelli e cinghiali; dunque, dicevo, passando davanti all’orto di Civilino non poteva fare a meno di notare la fiorente piantata di fave che in solchi perfettamente paralleli si stendeva lungo la rete di confine, che metallica e ben guarnita di filo spinato faceva buona guardia contro eventuali malintenzionati.
Qualche settimana dopo, essendo le piante cresciute di un buon metro ed i baccelli gonfi di fave che quasi strusciavano il suolo, a Fernando non solo venne l’acquolina in bocca, ma addirittura un crampo allo stomaco, che poteva essere risolto soltanto da una scorpacciata di quelle fave.
Così all’imbrunire, mentre tornava dai campi, accertatosi che nessuno fosse in giro, partì all’attacco: portava in spalla tre balle di iuta vuote che ripiegò sopra il filo spinato in modo da non ferirsi mentre lo scavalcava con un bel salto agile e svelto; poi pancia mia fatti capanna.
Mentre mangiava riempiendosi la bocca con manciate di fave che sgranava dai baccelli con il pollice a scendere, un urlo gli fece rimporre il boccone. Era Civilino che opportunamente appostato dietro un albero a guardia delle sue fave subdorando il fattaccio, gridava:
“Aoòh che stae a magnà; ma che l’hae piantate tu???”
“E che,che” intercalava a modo suo Guazzarotto , “come facevo a piantalle, che so fitte fitte!”
Sconcertato da tanta logica e tanta prontezza, Civilino rimase interdetto quel tanto che Fernando con un salto da saleppico scavalcava la recinzione e via di corsa verso casa.
Questa è una storia bella e divertente. Fernando è uno dei personaggi Castiglionesi, tra i più simpatici ed amati dai paesani. Francè sei stato proprio bravo ad inserire nel racconto anche qualche parola in dialetto. Adesso bisognerebbe spiegare a un non Castiglionese cosa vuol dire “saleppico”??