1. All’improvviso Dante. Un titolo particolare per un’iniziativa di elevato rilievo culturale e sociale, considerato il coinvolgimento di artisti, studenti, uomini politici. Ci spieghi il senso di questo titolo? Si voleva fare riferimento ad un improvviso temporale, rispetto all’ordinarietà delle cose, ad un lampo di cultura nel quotidiano? Oppure si faceva riferimento al fatto che in molti non essendo attori professionisti stavano improvvisando? O tutte e due le cose?
Il nome dell’evento, “All’improvviso Dante” è pensato dal regista Franco Palmieri che ce lo ha spiegato così: “l’idea ed il titolo scaturiscono dalla volontà di portare Dante nella città e soprattutto nascono dal desiderio di trasformare “all’improvviso” un passante in uno spettatore”.
2. Ci potresti spiegare come un castiglionese si sia trovato a partecipare ad una iniziativa di questo spessore culturale? Siamo curiosi di sapere come sei stato coinvolto, che contatti hai avuto, come ti sei preparato all’evento.
Premetto che dai tempi della scuola non mi ero più avvicinato alla Divina Commedia; pur mantenendo il rispetto per una grande opera; una mattina di fine febbraio del 2006 “all’improvviso” mi trovavo a Firenze per una rappresentazione teatrale, leggendo la pagina locale di un quotidiano nazionale, trovai un annuncio che diceva: “Cercasi cantori per Divina Commedia, prenotarsi per un provino”. Istintivamente fui pervaso dalla curiosità e dal desiderio di provare, mi prenotai per il provino che andò bene e tranne lo scorso anno a cui non partecipai per motivi famigliari, l’edizione 2011 è stata la quarta partecipazione.
3. Non è stato il tuo primo appuntamento con Dante e la Divina Commedia. Cosa hai trovato di nuovo quest’anno rispetto alle precedenti occasioni?
Devo dire che quest’anno è stato un anno diverso e particolare rispetto ai precedenti, con molte novità, tipo: a) la location è stata unica per tutti i canti in Piazza Santa Croce con gli alberi che rappresentavano ognuno un canto, mentre le altre volte veniva declamata in varie postazioni del centro storico, lungo le vie, nelle piazze o nei cortili di palazzi storici; io ricordo di aver letto in Palazzo Strozzi e Palazzo Davanzati;
b) l’inserimento della manifestazione in onore dei 150 anni dell’Unità d’Italia; c) Per me la novità più importante è stata quella di leggere per la prima volta un canto dell’Inferno, gli altri anni ho letto sempre canti del Purgatorio; poi l’abbinamento con il Cantore romagnolo Gianfranco Bendi di Forlì, alla sua prima esperienza nell’evento; lui nella vita è un professionista: ingegnere edile, grande appassionato di Dante, al punto che ha tradotto due Cantiche: L’Inferno ed il Purgatorio in dialetto romagnolo. Per questo motivo il regista ci ha proposto di declamare insieme il XXXI canto dell’Inferno dove io recitavo la parte di Dante in italiano volgare mentre Gianfranco faceva Virgilio in dialetto romagnolo, la nostra performance è stata molto apprezzata dal pubblico presente.
Mi ha fatto molto piacere, per la prima volta, che siano venuti ad ascoltarmi alcuni amici castiglionesi che vivono in Toscana e molti altri amici mi hanno seguito ed apprezzato su facebook.

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4. Abbiamo visto che eri vestito di rosso come tutti i cantori dell’Inferno. Come sono avvenute le assegnazioni dei cantori? Avete potuto scegliere voi, oppure sono stati seguiti altri criteri? E se si, quali?
Personalmente avevo pensato di indossare qualcosa di rosso che richiamasse l’Inferno, successivamente è venuta l’indicazione da parte dell’organizzazione che i cantori del Paradiso si vestissero di bianco, quelli del Purgatorio di verde e noi dell’Inferno di rosso, in modo da formare i colori della bandiera italiana, che si è rivelata molto suggestiva nel momento del canto corale finale sulla gradinata della Chiesa di Santa Croce.
5. Quale canto hai recitato Marcello? Di che cosa parla? Quale comportamento ha inteso censurare Dante nel canto che hai letto?
Il XXXI canto dell’Inferno: si svolge tra l’ottavo e il nono cerchio, nel Pozzo dei giganti, puniti per essersi opposti a Dio. Curiosità: durante questo canto Dante fa un riferimento alla torre pendente Garisenda di Bologna che fa uno strano effetto se: la si guarda dal basso sotto la parte inclinata mentre una nuvola passi da sopra la torre in modo che la nuvola pare sia ferma e la torre si muova verso di essa.
6. Se dovessi incontrare qualche personaggio che Dante incontra nella Divina Commedia, che sceglieresti e perché?
Allora ne cito due: in primis Virgilio, il maestro poeta e guida per Dante. Perché a me piace conoscere continuamente, imparare cose nuove, quindi ho bisogno di frequentare persone sapienti.
Poi Beatrice! Che donna era questa per ispirare un così grande uomo? Quanto sono importanti le figure femminili per gli artisti? Lo dico, con modestia naturalmente perché non mi paragono né a Dante né ad altri intellettuali; come uomo anche io provo questo desiderio e la sensazione: una donna bella e discretamente intelligente mi ispira molto!
7. Abbiamo visto che il sindaco di Firenze ha aperto la lettura di Dante con un proprio contributo. Come vive la città questo evento?
Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze diciamo che ha dato la primogenitura all’evento, era Presidente della Provincia di Firenze quando lesse nella prima edizione il primo canto dell’Inferno, ora continua a farlo come Sindaco di Firenze. Dante a Firenze è molto amato, conosciuto e diciamo “sfruttato” culturalmente; altri e diversi eventi durante l’anno si svolgono sul tema della Divina Commedia, vedi lo stesso Roberto Benigni… diciamo per addetti ai lavori; “all’improvviso Dante” è una manifestazione popolare, quest’anno vi hanno partecipato molte scolaresche!

“E’ bello quando Roberto Benigni legge Dante ma lo è ancora di più quando questa lettura è fatta da tante persone che si preparano, studiano e si mettono in gioco ponendosi le stesse domande che il Sommo Poeta si è posto” (Matteo Renzi).
8. La cultura è sempre esportabile. Te la sentiresti di ripetere questa esperienza anche a Castiglione? Cosa ne pensi? Come la struttureresti, se decidessi di accettare questa sfida?
Castiglione ahimè, non è Firenze! La sfida la lancio innanzitutto alle Istituzioni locali! A Firenze sono partiti dal popolo e sono arrivati alle scuole, a Castiglione io partirei dalle scuole per arrivare al popolo.
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Commmmmmmmmmmmmmmmmplimenti All’ Intervistato e alla Intervistatrice, bravi sti ragazzi.