Un caldo insopportabile, agosto. Nel salone del Muvis a stento riusciamo a respirare. Siamo talmente tanti da non riuscire a ricordare tutti quelli che sono stati con noi, dopo.
Quando abbiamo incontrato Padre Lino, all’inizio dell’avventura dell’Associazione Castiglionesi nel Mondo, gli avevamo promesso di custodire la memoria di quanti avevano contribuito alla cultura, al benessere, alla costruzione di Castiglione, specie in un momento economico come quello odierno.
Vincenzo Giombetti è uno di loro. La sua storia si dipana nelle aggraziate righe che Marcello Camilli ha voluto dedicare a questo austero, ermetico personaggio, che importò tecniche di veterinaria che migliorarono la riproduzione bovina e le condizioni dei contadini a Castiglione.
Insieme a Marcello, la moglie di Vincenzo, Maria Luisa – che per suo stesso dire gli è stata infermiera, assistente, compagna di vita e lavoro – e Umbertino Lattanzi, che torna, per una singolare alchimia, ragazzo e nei minuti che trascorre con noi racconta aneddoti esilaranti sulla vita di Castiglione negli anni Cinquanta e sulla sua irripetibile esperienza di assistente del Veterinario Giombetti.
Ognuno di noi vorrebbe raccontare qualcosa di quanto ha condiviso, nel proprio personale vissuto, con Vincenzo.
Lo dicono i volti, le presenze, gli applausi, anche i silenzi, il bastone bianco di Onelio Paggio dietro al cui ticchettio si è dispersa più di una lacrima.
C’erano tutti, ad ascoltare questa piccola storia tanto grande, in realtà, per ognuno di noi, anche se non gli siamo stati figli e nipoti, per quei sentimenti che abbiamo condiviso con Vincenzo, la comunanza di affetti, il cammino comune, la condivisione dei momenti difficili. Aveva imparato tardi a ballare, ci raccontano i familiari. Eppure avremmo voluto vederlo ballare sempre.
Il tempo e le difficoltà, quest’anno, ci hanno indotto ad un percorso più lieve. Poco tempo a disposizione, preoccupazioni, distanze.
Abbiamo concluso il nostro incontro tradizionale della Festa del Vino tra le accoglienti braccia della famiglia Morelli, che da sempre segue con passione tutte le diavolerie dell’Associazione e ci asseconda con infinita pazienza nelle iniziative che mettiamo in piedi – spesso all’ultimo minuto – come si fa con propri fratelli. Anche quest’anno abbiamo ricevuto dai Morelli una affettuosa accoglienza ed un pensiero per ciascuno, che conserviamo con tanto amore, perchè nell’epoca dell’indifferenza questo piccolo dono ha, per noi castiglionesi lontani, il sussurro del vento, giù alla Torre.
Tiziana Tafani

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