di Marco Luzzi

Il 10 febbraio l’Italia celebra il “Giorno del Ricordo” in onore delle vittime delle foibe e degli eccidi avvenuti al confine tra l’Italia e l’ex Jugoslavia, tra il 1943 e il 1947, ai danni della popolazione italiana.
Militari, carabinieri, finanzieri, fascisti, antifascisti, partigiani contrari a Tito, civili, gente comune, donne e bambini e vecchi, tutti con un’unica colpa: essere italiani che non vogliono sottomettersi al regime comunista jugoslavo.
Tra i 18 viterbesi accertati vittime di quegli eccidi, abbiamo appreso di un nostro concittadino (forse uno degli ultimi deceduti nella seconda guerra mondiale). Si tratta di Pierino Corinti, militare della Guardia di Finanza, nato a Castiglione in Teverina il 24-01-1911 e partito nel 1936 da Castiglione per Tirano.
Nel 1945 Corinti era in forza presso un distaccamento della guardia di finanza nei pressi di Udine. Nell’aprile dello stesso anno svolgeva servizio di vigilanza presso un magazzino viveri e foraggi a Buttrio (periferia di Udine). Negli stessi locali, con mansioni amministrative, era in servizio anche un sottufficiale tedesco, il quale, avendo compreso la tragedia del momento e nella speranza di aver salva la vita, fece causa comune con i partigiani di Tito operanti nella zona. Il tedesco convinse i partigiani jugoslavi ad aggredire la caserma dei finanzieri, nella certezza che i militari non avrebbero fatto uso delle armi. E fu così: nella notte del 25 aprile del 1945 una compagnia di partigiani irruppe nella caserma dei finanzieri intimando la resa incondizionata e obbligandoli a seguirli a combattere i tedeschi. Giunti nella località di Canebola (frazione di Faedis -UD), i nove finanzieri capirono di essere caduti in una fatale imboscata tesagli da elementi infidi e avversari agli italiani. Infatti vennero divisi in tre gruppi e condotti sotto buona scorta nelle impervie località di Iasbena, dove verranno barbaramente fucilati e gettati in una foiba. I loro corpi verranno ritrovati il 19 luglio. Dagli archivi delle sepolture del Ministero della Difesa Pierino Corinti risulta sepolto nel cimitero comunale di Castiglione in Teverina.
Alla memoria di ciascuno dei 9 finanzieri è stata concessa, con D.P.R. in data 26 settembre 2012, la Medaglia di Bronzo al Merito Civile con la seguente motivazione:
«In servizio presso il Distaccamento della Regia Guardia di Finanza di Buttrio, dopo l’8 settembre 1943 continuava la sua attività di vigilanza presso un magazzino di viveri e foraggi sito in Udine, opponendosi ai tentativi di razzie messi in atto sia dai tedeschi che dagli sloveni. Unitosi fiduciosamente ad una formazione partigiana slovena, con l’inganno venne condotto, insieme ad altri commilitoni, in zone impervie, ove fu trucidato. Chiaro esempio di amor patrio e di senso dell’onore, spinti fino all’estremo sacrificio. 25-26 aprile 1945 – Canebola di Faedis».
(fonte : museo storico della Guardia di Finanza).


Altrettanto tragica nel 1943 fu in quei territori la sorte di Vittorio Nicolai, figlio del noto dottor Claudio. Il giovane di origine castiglionese è tenente dell’esercito e presta servizio nelle truppe di occupazione in Slovenia. Ha ricevuto due encomi solenni per il suo impegno nella guerra e per aver salvato delle persone in mare. L’8 Settembre 1943, sciolta la sua unità, come tutti gli altri si avvia a piedi verso il confine italiano per tornare a casa, ma dopo sei giorni di marcia viene fermato dai Tedeschi e destinato alla deportazione in Germania. Riesce a fuggire ai nazisti e a raggiungere Trieste. Sentitosi in dovere di contribuire a difendere i confini italiani minacciati dal dittatore Tito, si arruola con il grado di Tenente nella 58^ legione della milizia per la difesa territoriale di San Giusto.
Nei mesi successivi comanderà vari presidi dell’Istria (Levade, Buie, Visinada, Villa Decani). Dopo il suo rientro a Castiglione, gli giunge notizia che Livia, la sua fidanzata slovena, ha contratto una seria malattia; riparte per i confini per raggiungerla e giunto sul posto ritorna in servizio. Alcuni giorni dopo, il 7 Maggio 1944, mentre si trova in servizio di perlustrazione sulla strada di Capodistria, viene attaccato ed ucciso dai partigiani di Tito.

Con lui muoiono altri quattro uomini tra cui un brigadiere dei carabinieri; mentre due sopravvissuti riescono a salvarsi con la fuga. Il giorno 9 Maggio, viene sepolto al cimitero militare di S. Anna. Da recenti indagini da parte dei parenti del Nicolai si è saputo che poco dopo i fatti, la fidanzata slovena di Vittorio Nicolai fu fatta prigioniera dai partigiani di Tito e deportata in un campo di concentramento, rea di aver avuto una relazione con un italiano nel periodo di occupazione. Di lei non si avranno mai più notizie.
Io ho conosciuto il fratello di Pierino Corinti ,anche lui finanziere ,Vittorio i figli sono a Roma .
Queste storie sono tristi e commoventi,non ero a conoscenza che c’erano anche dei Castiglionesi fra le vittime delle foibe.
Perdere giovani vite per la guerra.
Maledette guerre.
Un caloroso ringraziamento ai Castiglionesi nel Mondo per aver ricordato la giornata del 10 febbraio dedicata ai Martiri delle Foibe ed in particolare per aver fatto conoscere la storia di Pierino Corinti e di mio cugino Vittorio nostri concittadini e concordo con il commento di Filippo Formica “Maledette Guerre”;vorrei però aggiungere e questo non’è solamente rivolto alla vicenda di mio cugino ma anche a tutti gli altri ragazzi che in quei tragici momenti anche se scelsero di tenere la camicia indossata anni prima,sicuramente rimanendo in quei posti difesero il loro ideale,ma moltissime volte si resero difensori anche della popolazione civile che nulla aveva a vedere con la guerra,altrimenti l’IMMOTIVATO massacro sarebbe stato molto più grosso.
Filippo ci conosciamo solo di vista anche se siamo tutti e due Castiglionesi,forse per la differenza di età anche se poi non’è tanta,comunque questa sera tua sorella Fernanda mi ha detto che ai chiesto informazioni riguardo al dottor Claudio Nicolai,padre di Vittorio;bene il dottor Claudio era il cugino di mio nonno Guglielmo Nicolai,era nato a Castiglione nel 1866,la sua professione di medico l’aveva portato dopo essere stato medico militare durante la guerra del 1915/1918 ad essere medico condotto di Civitavecchia,durante la seconda guerra stette a Castiglione come sfollato,perchè Civitavecchia era bombardata ed alloggiava in una casa di Vannicelli al Rivellino.Finita la guerra ritornò a Civitavecchia dove concluse la sua carriera di medico e lì mori nel 1962 all’età di 96 anni portandosi per tutta la vita il dolore dell’unico figlio morto in guerra.Ciao.
Caro Vittorio ti verrò a trovare quando vengo al paesello.
Si ho chiesto alla Fernanda chi era il Dott: Claudio Nicolai perchè non l’avevo mai sentito nominare.
Ricordo molto bene tuo nonno Guglielmo,pensavo fossero fratelli.
Immagino il dolore e la disperazione che avrà avuto nella sua vita per la perdita dell’unico figlio.
Le guerre caro Vittorio portano soltanto morte e dolore per chi rimane.
Ciao.
Lasciamo sempre dei commenti perchè ci ricordiamo delle persone,oppure degli avvenimenti ed altre cose,io volevo ringraziare Marcello,Marco e gli altri che hanno avuto questa idea dell’associazione dei Castiglionesi nel mondo ed hanno creato questo sito dove a distanza possiamo parlare con altri paesani e per esempio a me ha dato pure la possibilità di conoscere delle persone che vedevo sempre alle nostre feste paesane e mi domandavo ma sono Castiglionesi? Chi era la famiglia? A me fa particolarmente piacere conoscere questi Castiglionesi che senza l’apporto di questa associazione non sarebbe stato possibile.
Nice blog thaanks for posting